[A fronte dei pesanti tagli alle biblioteche e dopo gli
avvenimenti dell'11 ottobre, quando un'assemblea convocata nella
Biblioteca centrale nazionale di Roma è stata impedita da agenti di
polizia in tenuta antisommossa, l'Associazione Italiana Biblioteche,
insieme ad altre realtà, ha deciso di promuovere l'appello che viene
riportato di seguito. Potete farlo su questa pagina]
L’Associazione Italiana Biblioteche, il Forum del Libro, l’Associazione Bianchi Bandinelli, Generazione TQ e i Presìdi del libro, con il sostegno di IFLA – International Federation of Library Associations and Institutions, ed EBLIDA
– European Bureau of Library, Information and Documentation
Associations, promuovono un appello a tutta la società italiana, per
chiedere un’inversione di rotta che porti maggiore attenzione e maggiori
risorse per le biblioteche italiane, prima che sia troppo tardi.
Le biblioteche sono un servizio essenziale per la vita culturale,
sociale e civile del Paese e rappresentano un presidio di democrazia
fondato sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee.
Le biblioteche costituiscono un’infrastruttura della conoscenza che
raccoglie, organizza e rende disponibili i prodotti della creatività e
dell’ingegno, fornisce accesso a una pluralità di saperi e di
informazioni, agevola l’attività dei ricercatori e degli studiosi,
tutela la memoria culturale della nazione, offre a tutti i cittadini
occasioni di crescita personale e culturale, favorisce l’acquisizione di
competenze che possono essere spese nella vita sociale e lavorativa.
In Germania i frequentatori delle biblioteche superano gli spettatori
delle partite del campionato di calcio; negli Stati Uniti
l’investimento sulle biblioteche è parte integrante degli interventi
governativi per contrastare la crisi economica; in Francia, Gran
Bretagna e Spagna le biblioteche nazionali ottengono finanziamenti e
dispongono di personale, attrezzature, risorse adeguate a un paese ad
economia avanzata.
Mentre in queste nazioni le biblioteche sono considerate servizi
indispensabili, da tutelare in quanto bene comune, da promuovere perché
grazie ed esse è possibile costruire una coscienza civica fondata sulla
centralità della cultura e dell’istruzione, in Italia, per colpa della
crisi economica e di una politica culturale miope, le biblioteche sono
allo stremo e hanno bisogno del supporto di tutti coloro che hanno a
cuore le sorti della cultura.
Moltissime biblioteche (statali, di ente locale, universitarie,
scolastiche, di istituti culturali) hanno subito pesanti tagli ai
bilanci e al personale, blocchi all’aggiornamento delle raccolte e
riduzioni all’orario di apertura, e ciò rende spesso impossibile
l’esercizio delle funzioni più elementari, pregiudicando il diritto dei
cittadini alla cultura, all’istruzione, alla conoscenza, alla
condivisione dei valori su cui si è costruita la nostra storia.
Un paese senza biblioteche efficienti è un paese senza memoria e
senza futuro. Per ogni biblioteca che chiude, si restringono gli spazi
di democrazia e di libertà. Uno Stato che ha paura di discutere i
problemi delle biblioteche e della cultura, riducendo la richiesta di
dare vita a un dibattito pubblico sul loro ruolo e sulla loro crisi a un
problema di ordine pubblico – come è avvenuto martedì 11 ottobre davanti alla Biblioteca nazionale centrale di Roma,
dove cittadini che volevano difendere le biblioteche e valorizzarne la
funzione hanno trovato i cancelli sbarrati e sono stati accolti da
poliziotti in tenuta antisommossa – è uno Stato che tradisce l’interesse
pubblico, che nega a chi ha a cuore le sorti delle biblioteche persino
la possibilità di parlarne.
Roma, 22 ottobre 2011