Tratto da: http://www.finzionimagazine.it/
Qualche settimana fa vi abbiamo fatto sognare presentandovi la
nuova biblioteca di Stoccarda, ma purtroppo non dappertutto le cose
vanno così bene, soprattutto per quanto riguarda il nostro Paese.
Le ultime considerazioni (ovviamente in
senso cronologico) su questo tema vengono da Anna Pegoretti, giovane
studiosa di Dante presso l'Università di Leeds (UK) che sul blog Ultima sigaretta ha pubblicato una riflessione sull'attuale
funzione delle biblioteche (sia universitarie che pubbliche, di
quartiere, comunali e nazionali) e sul degrado di quelle italiane. Il
quadro che ne esce non è per niente confortante: sul patrimonio non si
discute, ok, ma sulla sua amministrazione il sistema fa acqua da tutte
la parti. I problemi più gravi, è inutile che ve lo dica, sono causati
dai continui tagli agli investimenti pubblici con conseguente scarsità
di mezzi per l'acquisto di nuovi libri, la cura di quelli posseduti e la
gestione degli edifici che li ospitano. Ma i limiti non si fermano qui,
ahimè. Anche l'organizzazione logistica delle biblioteche e le modalità
di prestito appartengono a un'altra epoca – Pegoretti parla di tempi
d'attesa da 5 minuti a 5 ore, ma nell'Università in cui ho studiato io i
libri li dovevo ordinare il giorno prima per il giorno dopo, per dire
-, al punto che si arriva a sfiorare il grottesco: "si narra persino che
a Firenze diano per alluvionati testi post-alluvione".
I problemi sono i soliti noti, insomma, e
questa condizione già di per sé vergognosa diventa imbarazzante se
paragonata ai sistemi bibliotecari esteri. Come porvi rimedio, dunque?
La domanda è da un milione di dollari e la soluzione sembra lontana anni
luce. Solo una cosa dobbiamo tenere in mente: "ci meritiamo qualcosa di
meglio. [...] Perché nessuno, nessuno, decide programmaticamente di
restare ignorante, almeno rispetto al lavoro che fa, qualsiasi esso sia.
È così da sempre, dagli australopitechi a oggi. È la chiave
dell’evoluzione e della crescita".
Alessandra Ribolini