venerdì 25 gennaio 2013


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Speciale librerie | Librerie a Palermo

Durante le vacanze natalizie mi è capitato di incontrare un amico scrittore palermitano, che vive da molti anni in Continente – e nondimeno, specie dalla specola isolana, resterà sempre, suo malgrado, uno scrittore palermitano – giusto davanti a una bancarella di libri usati, tra i banchi di un mercatino natalizio improvvisato per le festività, in piazza Marina, nel centro storico. Presto ci siamo ritrovati a commentare la morte inaspettata di Lorenzo Giordano, storico libraio palermitano, occorsa qualche mese prima, e la conseguente, desolante chiusura della sua libreria, l’Aleph, nel quartiere Libertà. Ci siamo rammaricati per il duplice lutto e perfino per il fatto che gli articoli che lo commemoravano sulla stampa locale, indulgendo in quella pietà omissiva che si presume si debba ai defunti, non restituissero la complessità del suo carattere: era un bibliofilo raffinato, Giordano, che non aveva nessuna remora a risultare sgradevole nel formulare i suoi giudizi letterari né ad affettare la sua alterigia verso un cliente che non riusciva a conquistare la sua benevolenza. Era di destra, ma nell’accezione di Nietzsche e Zolla, non certo in quella di Berlusconi e Storace, e qualche amica sostiene che la sua galanteria talvolta sconfinasse nella molestia. Ma era difficile resistere alla malia dei suoi racconti, tra gli scaffali di legno della sua libreria sempre illuminata appena più che troppo poco, come quello di quando recitò a memoria, a un vecchissimo Borges inopinatamente capitato in città, alcuni canti della Divina Commedia.

sabato 19 gennaio 2013

Evviva la bibliodiversità


Dalla rivista Il mulino 
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Culture
Nicoletta Maldini, 15 gennaio 2013
Difficile dimenticare il sorriso stupito del libraio a Freiburg quando, qualche estate fa, arrivata alla cassa con parecchi volumi della casa editrice Insel Bucherei, piccoli gioielli con riedizioni di classici illustrate da artisti importanti, ho chiesto in inglese se fosse possibile avere un piccolo sconto in quanto collega straniera. Mossa poco apprezzata: “In Germania non è previsto lo sconto sui libri”, mi ha detto seccamente. Ha inserito nel bel sacchetto di carta, assieme ai libri, vari ed eleganti cataloghi e mi sono sentita il suo sguardo addosso mentre mi avvicinavo alla porta. In Francia, due anni fa, in giro con la famiglia in Bretagna (paesaggi incantevoli, fra paesi minuscoli sempre dotati di moderna mediateca e di un paio di librerie), rientrando dalla festa delle librerie antiquarie a Becherel (forse mille abitanti, economia turistica tutta imperniata sulle mostre mercato dei libri), chiacchieravo con gli amici italo-francesi che ci ospitavano e non ho potuto evitare l’amarezza nel paragonare ciò che vedevo con la sfortunata situazione italiana.